Ciao timido cantante!
Finalmente ci siamo parlati, ti ho aggredito con la mia ingombrante
presenza di adulta femmina sicura di sé, coi miei infuocati capelli
e smeraldi negli occhi. Ho spostato quel tuo lungo ciuffo ribelle,
che pareva giocare al tuo fianco nascondendoti, mentre imbarazzato ti
coprivi la bocca, quasi a vergogna perenne di ciò che potevi
sbagliare a dire.Ho desiderato afferrarti per quel lungo morbidissimo
ciuffo ribelle e provare a assaggiare quelle tumide labbra. Hai occhi
che brillano nella tua giovinezza, nel tuo essere meraviglioso e
puro, agogno innocenza in questa costante attrazione della gioventù?
Non saprei...so che la dicotomia tra la tua testosteronica presenza
sul palco e quell'aria da cucciolo quando ti ho parlato mi scatenano
film mentali appaganti, uno scontro tra la me che vorrebbe ululare
con te alla luna e la me che vorrebbe proteggerti per sempre dalle
brutture del mondo. Non so nulla di te. E questo è splendido. So che
sei bello, bello come al mondo ce ne sono pochi. So che la tua voce
vibra nei luoghi giusti, quelli che si illuminano. So che hai una
vena umoristica rara eppure tipica nella nostra terra natale. So che
vorrei poter dire di più e al contempo mi godo questa beata
ignoranza che è ancora lontana dalla delusione triviale che conosco
così bene. Non farlo mai. Non divenire mai troppo reale per me. Sei
un innocentissimo grande bambino nel cui sogno mi voglio adagiare.
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