venerdì 13 marzo 2015

Vita 2.0

Mi hanno strappato il derma anni fa e non me ne ero ancora fottutamente accorta. Sento tutto. Non so come spiegarlo meglio. Sono sentimento che cammina e non ragiona. Da san valentino. Da messaggi in ritardo scuse e sguardi persi. Dopo miliardi di lacrime e di invocazioni a divintà casuali. Dopo incertezze e orgoglio e disperazione e rabbia.
Non riesco a non sentire.
Sento il vento che pare carta vetrata. La pioggia è come acido. E corrode. Se nuvole gonfie stanno là io soffoco. Sono in mille pensieri contemporanei. Sono in costante fase di pre isteria.
Non so cosa ancora mi tenga da urlare disperata.
Urlare. Muta, di dolore piena. In solitudine.
E gonfia di felicità costretta e legata quando di tutto mi riempie.
Di occhi con lunghissime ciglia da bambola, come fosse maledizione.
Di denti bianchissimi e affilati.
Di baci avari.
Di virilità che paiono perfette. Incastri di magie antiche.
Di giovani ricordi e sogni. Perchè sento tutto. E non capisco niente. E' tutto dolore. E' tutto sofferenza. E' gioia per brevissimo agognato tempo. E poi è di nuovo dolore. Sono frasi sconnesse, ansie ansie e tormento.
Non sono più adatta a questo gioco. Ma non voglio smettere.
Non riesco a smettere.
Il fallimento mi attende dietro ad ogni varco. Lavorativo, emotivo, vitale.
Agogno lame come mai prima d'ora. Prima di questo c'è stato il vuoto. Ora sento. E' empatia egoistica. Sono sopraffatta da me stessa. Ho arterie che agognano luce. Ho vene che agognano aria. Lasciamole repirare perdio! Lasciamo che siano loro a colorare il mio mondo del rosso che merito.
Dopo la pelle, ve ne prego, è il cuore che va asportato!
Agogno l'oblio, infinita perdizione dell'anima. Voglio essere interrotta.